Page 41 - Against Sepsis
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FATTORI DI RISCHIO DI SOSPETTA SEPSI PAZIENTE IN GRAVIDANZA E DOPO IL PARTO
Anamnesi prossima positiva per febbre o brividi Mialgia/malessere/mal di testa
Tosse/escreato/dispnea Disuria o difficoltà alla minzione
Anemia Insorgenza di alterato stato di coscienza o di confusione
Sindrome simil-influenzale o infezioni in atto Recente intervento/infezione della ferita/cellulite
Dolori addominali non riferibili ad altre cause/distensio- Immuno-compromissione/malattia cronica
ne addominale
Vomito e/o diarrea Sospette Infezioni mammarie
Infezione rossore/gonfiore/dolore associato a catetere Manovre invasive in gravidanza (es. amniocentesi, cer-
vascolare chiaggio, etc.)
Possibili infezioni intrauterine (PROM, p PROM, MIF, Pregressa infezione pelvica o urinaria
travaglio prolungato, ritenzione di materiale placentare)
Pregressa infezione urinaria Diabete pregestazionale
Trauma Forte preoccupazione dei caregiver/familiari
BMI basso (<18.5) o alto (>30) Forte fumatrice
Deprivazione e/o marginalità sociale
Tabella 22 - Fattori di rischio per sepsi – donna in gravidanza, post-partum, dopo un aborto
3.2.2 Score di gravità - identificare i pazienti con sospetto di sepsi e shock settico
Gli operatori in grado di cogliere i segnali deboli e di pensare subito a un’infezione che sta evolvendo in sepsi
o in shock settico sono la migliore barriera di sicurezza. Perché la consapevolezza della situazione (vedi box
di seguito) diventi una caratteristica dell’organizzazione e non solo una capacità del singolo operatore, è
necessario conoscere i principali fattori di rischio riconducibili alla sepsi e predisporre sistemi di strutturati
di rilevazione dei parametri vitali (score di gravità ) che al superamento di determinate soglie autorizzano
l’operatore a contattare il medico di riferimento o il team emergenza intraospedaliera.
Consapevolezza della situazione La maggior parte degli operatori sanitari si accorge di un potenziale rischio per
il paziente ed interviene per contenerlo. Purtroppo non è sempre così semplice come dovrebbe. Si può verificare
uno scarto fra la capacità individuale di percepire una situazione di rischio - dare una forma definita ai segnali e
prevedere le azioni da intraprendere - e la realizzazione pratica di tali azioni in un’organizzazione sanitaria. Detto
in altri termini, nonostante l’intuizione del singolo, spesso il sistema organizzativo non è così ricettivo da mettersi
in moto prontamente in una direzione univoca e in maniera coordinata. Per consapevolezza della situazione si
intende la capacità di percepire gli elementi nell’ambiente in una data unità di spazio e tempo, di comprenderne il
significato e di proiettarlo nel loro stato futuro rispetto a chi osserva. Per comprendere che lo stato di un paziente
si sta deteriorando in seguito ad un’infezione e agire di conseguenza serve un connubio fra l’azione del singolo e il
supporto dell’ambiente organizzativo [53].
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