Page 13 - Against Sepsis
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frequente è Escherichia coli (15% dei casi), seguito da Staphylococcus epidermidis (13%), che nella metà dei
casi si presenta in associazione con altri batteri. Un paziente su tre muore durante il ricovero e questa quota
è più alta tra i ricoveri chirurgici, con una mortalità pari al 38%. Tale misura è sostanzialmente stabile dal 2014.
Il 20% dei pazienti dimessi in vita ha una riammissione in ospedale entro 30 giorni dalla dimissione. Nella metà
dei casi, il nuovo ricovero è imputabile a un’infezione e 1 volta ogni 5 ad una sepsi. Un modo immediato per
valutare il numero di casi di sepsi è il conteggio dei ricoveri per questa patologia: nel 2016 i ricoveri totali erano
8.000 e nel 2018 sono stati 9.000. Sebbene in aumento, se consideriamo le nuove regole di codifica introdotte
dalla Regione Toscana (DGR 773 del 09-07-2018) e in linea con le nuove definizioni di sepsi, la codifica esplicita
di sepsi e shock settico sottostima tuttora il dato atteso.

CRITERI CLINICI DI SEPSI        CRITERI CLINICI DI SHOCK SETTICO
INFEZIONE (certa o sospetta)    INFEZIONE (certa o sospetta)

≥2 PUNTI SOFA SCORE*            Richiesta di vasopressori per mantenere la Pressione
(al di sopra del SOFA di base)  arteriosa media ≥ 65mmHg 	
                                Livelli di lattato sierici > 2 mmol/L
                                nonostante l’adeguata rianimazione fluidica

Tabella 2 – Criteri clinici per la codifica di sepsi secondo le nuove definizioni (*vedi cap 3 - strumenti)

1.4 Cosa succede a chi sopravvive alla sepsi?

In Toscana, nel 2016, un paziente su 5 necessita di un nuovo ricovero entro 30 giorni dalla dimissione per sepsi.
Inoltre il 4,8% delle volte presenta nuovamente una diagnosi di sepsi.
La percentuale risulta molto inferiore se si considerano separatamente i ricoveri per intervento chirurgico
(4% delle riammissioni). Dopo una sepsi, un paziente su 5 necessita di un nuovo ricovero entro 30 giorni dalla
dimissione. Questo rapporto non sembra variare con l’età del paziente e nemmeno con le sue condizioni
socio-economiche, mentre si rileva un trend in aumento con la durata della degenza del ricovero indice. Ogni
anno nel mondo sviluppano una sepsi circa 19 milioni di individui [13], dei quali 14 milioni sopravvivono, con
prognosi variabile: circa la metà ha un recupero completo o quasi, 1/3 muore nell’anno in corso e 1/6 ha gravi
disturbi persistenti [12,13], tra cui:

    •	 1-2 nuove limitazioni funzionali (es. incapacità di lavarsi o vestirsi autonomamente)
    •	 Incremento (da 6,1% prima dell’ospedalizzazione a 16,7% dopo l’ospedalizzazione) della prevalenza

         di disturbi cognitivi moderato-severi (difficoltà nella memoria, nella concentrazione, nelle capacità
         decisionali) [16]
    •	 Alta prevalenza di problemi di salute mentale, come ansia (32% dei pazienti), depressione (29%) e
         disturbi da stress post-traumatico (44%) [17]

I sintomi più comuni che accompagnano un paziente sopravvissuto a un evento settico includono:
    •	 Debolezza muscolare
    •	 Astenia
    •	 Difficoltà di deglutizione
    •	 Difficoltà nel ragionare lucidamente
    •	 Difficoltà di concentrazione
    •	 Scarsa memoria
    •	 Disturbi del sonno
    •	 Tristezza
    •	 Ansia

                                                                                                             13
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